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Dal 1999 sulle Alpi non nevicava così tanto

Neve e pioggia: disagi e pericoli nelle Alpi

Neve in quantità mai vista dal 1999 e piogge intense fino ad alta quota hanno messo in ginocchio il traffico stradale e ferroviario, soprattutto in montagna, nonché creato allarme lungo i maggiori fiumi dell'Altipiano. Vallese in particolare, ma anche Grigioni, Uri e Oberland bernese hanno passato una giornata sul chi vive. Non vi sono stati feriti.

Da lunedì 15 a domenica 21 gennaio 2018, in ampie zone delle Alpi svizzere, sono caduti dai 100 ai 200 centimetri di neve, a cui ieri, lunedì 22 gennaio, se ne sono aggiunti dai 30 agli 80, indica l'Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) sul proprio sito.

Su vaste regioni dell'arco alpino - dal Vallese (l'insieme del cantone ad eccezione della regione del Sempione) al nord dei Grigioni (dalla Prettigovia a Samnaun passando per la regione della Silvretta) - vigeva il livello più alto del pericolo di valanghe (5 o "molto forte"), previsto anche per oggi, martedì 23 gennaio. In un tale contesto masse nevose anche di notevoli dimensioni possono staccarsi spontaneamente e raggiungere vie di comunicazione e abitati. Una minaccia così elevata è molto rara: l'ultima risale al febbraio 1999. Riguardava comprensori molto estesi ed era durata a lungo, ha indicato l'SLF.

E proprio a causa di valanghe o per prevenire i pericoli non si sono contate le strade e le linee ferroviarie chiuse. Negli ultimi 20 anni nelle regioni alpine della Svizzera mai si erano verificati tanti problemi di mobilità come in questi ultimi giorni, ha indicato il Touring club svizzero (TCS).

Le maggiori limitazioni al traffico veicolare sono state registrate in Vallese e nei Grigioni, ha rilevato il TCS, che in Vallese cita in particolare l'inagibilità delle strade verso Zermatt, Zinal e la cantonale nella Valle di Goms. Contattato dall'ats, il responsabile dei pericoli naturali del Canton Vallese, Pascal Stoebener, alla lista ha aggiunto in particolare gli accessi al Passo del Sempione, alle valli di Saas, Arolla, Ferret e del Lötschental nonché alla località di Leukerbad.

Diverse località sono state evacuate. Zermatt è tagliata fuori dal mondo: a lungo non è stata raggiungibile nemmeno in elicottero, a causa dellascarsa visibilità e delle valanghe polverose. Le autorità hanno emesso un avviso di prudenza, chiedendo alla popolazione di evitare spostamenti superflui. "Il Vallese è confrontato a una situazione eccezionalmente rara", ha detto Stoebener. Gli scoscendimenti si contano a centinaia.

Anche nel canton Vaud si è proceduto ad evacuazioni. La regione più minacciata dalle slavine è quella di Les Diablerets, limitrofa del Vallese, dove un centinaio di persone hanno dovuto lasciare le loro case. Nei Grigioni, i collegamenti ferroviari stradali e ferroviari verso la Bassa Engadina sono bloccati, con l'unica eccezione della galleria della Vereina. I treni non circolano fra Filisur e Davos, né verso Arosa: in questi casi i viaggiatori possono ricorrere a bus sostitutivi.

Alla vigilia dell'apertura del Forum economico mondiale (WEF), la situazione sul fronte della neve si è lievemente allentata oggi nella regione di Davos: stando a quanto comunicato in serata dal Comune su diversi pendii sono state provocate valanghe artificiali per aumentare la sicurezza.

Nel canton Uri la Valle di Orsera (la regione tra Andermatt e Realp) non è raggiungibile né con la ferrovia (i treni non circolano verso Göschenen/UR e neppure sulle linee strada da Göschenen è chiusa da ieri sera alle 22.00). Numerose altre strade sono chiuse per slavine o per il pericolo di valanghe, riferisce la polizia urana.

Nell'Oberland bernese a causa di uno scoscendimento per varie ore è rimasto interrotto il collegamento ferroviario fra Lauterbrunnen e Wengen. È dunque pure rimasta sospesa la circolazione dei convogli turistici verso la Kleine Scheidegg e lo Jungfraujoch (BE/VS). La compagnia ferroviaria BLS ha sospeso il servizio di treni regionali e navetta per le automobili sulla linea di montagna del Lötschberg (BE/VS).

La compromessa viabilità ha bloccato in ambienti fiabeschi non solo anonimi turisti, ma anche vari politici. Gran consiglieri di PPD e PBD di Basilea Campagna e il consigliere di Stato Anton Lauber (PPD) sono rimasti intrappolati a Zermatt. Venti esponenti dei Verdi bernesi dal canto loro non riescono più a uscire dalla Lötschental.

La fusione della neve in seguito alla pioggia fino ad alta quota ha gonfiato fiumi e torrenti, provocando disagi anche sull'Altipiano. In varie regioni si segnalano cantine allagate e strade invase dall'acqua. Il canton Argovia ha emesso segnalazioni di pericolo di esondazione per il Reno e l'Aare.

La navigazione sul Reno nella regione di Basilea è del resto completamente bloccata. Il livello delle acque ha infatti superato la soglia di guardia di 820 centimetri, si legge sul sito internet dei Porti renani svizzeri, società con sede a Basilea. Il livello viene misurato nei pressi della foce del fiume Birs a Birsfelden. Concretamente l'interruzione totale della navigazione riguarda il tratto tra la chiusa di Kembs (F), pochi chilometri a nord della città-cantone, e Rheinfelden (AG).

Intanto le abbondanti nevicate delle ultime 48 ore e il vento in quota hanno spinto, nella serata di ieri a ripristinare l'ordinanza di chiusura della strada del passo del Foscagno, facendo così ripiombare nell'isolamento Livigno (Sondrio) non raggiungibile neppure dalla Svizzera per la confermata chiusura del valico del Gallo.

Le chiusure del passo del Foscagno e del tunnel del Gallo sono state decise per il rischio di caduta valanghe e quindi per ragioni di sicurezza. Nella giornata di oggi, si valuterà la possibile riapertura, anche perché la luce del giorno abbassa la soglia del pericolo.

Redazione 150
Keystone-ATS
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