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Evelina Raselli sarà la prima svizzera nella NWHL

Evelina Raselli tenta la grande avventura oltreoceano. L’atleta di Le Prese ha trovato l’accordo con le campionesse in carica del Boston Pride per disputare almeno una stagione nella PHF – già NWHL –, il massimo campionato nordamericano di disco su ghiaccio femminile. Ad annunciarlo è stato lo stesso club che ha evidenziato come la discatrice valposchiavina porterà una ventata di esperienza internazionale tra le file delle ragazze che ambiscono a bissare il successo ottenuto nella scorsa stagione.

Per Evelina Raselli si tratta di una nuova esperienza da professionista dopo la stagione trascorsa in Svezia tra le fila del Brynäs IF. Una nuova avventura che la portabandiera del disco su ghiaccio poschiavino ci ha confessato di volere godersi in ogni suo aspetto. «Quando ho saputo di essere draftata dai Boston Pride – così ci ha raccontato Evelina – non ho preso seriamente in considerazione l’idea di potermi trasferire negli Stati Uniti. Certo, non posso negare di essere stata molto orgogliosa di questo onore, ma c’erano troppo fattori che andavano considerati. Duranti i mondiali canadesi di Calgary di questa estate ho però avuto modo di conoscere lo staff della squadra e l’allenatore che mi hanno spiegato come intendevano concretizzare quella che sarebbe potuta diventare la mia esperienza nordamericana. In questo senso è bene evidenziare come durante i Mondiali anche noi ragazze diventiamo dei professionisti. Abbiamo poche occasioni per fare simili esperienze e il coronavirus ce ne aveva già cancellate alcune di queste. È in quei momenti che ti rendi conto dei motivi per cui fai tutti quei sacrifici che caratterizzano la vita della discatrice e della sportiva più in generale. Così mi sono detta: Perché no? Non giocherò ancora per dieci anni e questo è un treno che passa solo una volta. Tornata in Svizzera mi sono seriamente informata se potevo sistemare tutti gli interessi che avevo in ballo. Il disco su ghiaccio femminile non è come quello maschile che ti permette di fare immediatamente armi e bagagli e partire. Per fortuna sono riuscita a far collimare tutto e pertanto ho potuto ufficializzare il mio trasferimento. Adesso mi anca solo il visto, che spero possa arrivare a giorni e poi partirò alla volta di Columbus. Ciò che mi aspetta negli Stati Uniti è ancora, per certi versi, un’incognita, ma in questi anni ho imparato a prendere le cose un giorno per volta. Voglio godermi questa nuova esperienza in ogni sua sfaccettatura, da quelle sportive a quelle private».

Esperienza che Evelina Raselli compie quale prima elvetica a calcare il ghiaccio di quello che è considerato il massimo campionato mondiale di disco su ghiaccio femminile. Una pressione che però l’atleta di Le Prese non sembra subire. «Ci sono altre discatrici svizzere che giocano nei campionati universitari e pertanto non siamo delle emerite sconosciute. Non percepisco alcuna pressione su di me. Sono convinta che sarà una bella esperienza e questo è la predisposizione con la quel raggiungerò gli Stati Uniti».

Per Evelina Raselli questa nuova esperienza potrebbe significare un nuovo trampolino di lancio per allungare una carriera che gli ha già riservato grandi soddisfazioni. «Non guardo così avanti. Come ho già detto prendo il tutto giorno dopo giorno. Quella che inizierà il prossimo 6 novembre potrebbe essere la mia ultima stagione. Nel mezzo vi sono ancora le olimpiadi per le quali la nostra compagine si è già qualificata e alle quali ambisco. Oltre non so ancora dire cosa farò. Deciderò a fine stagione».

Pur essendo arrivata sulla vetta assoluta di quello che è il mondo del disco su ghiaccio mondiale al femminile, Evelina non ha mai perso la sua spontaneità e disponibilità, così come non da segno di aver dimenticato quelle che sono le sue origini. Negli ultimi anni ha infatti guardato con grande interesse ad alcune ragazze che militano tra le file dell’HC Poschiavo e che potrebbero raccogliere la sua eredità sportiva. «Sono in contatto con alcune discatrici valposchiavine, in particolare con Xenia Balzarolo che ha iniziato un’esperienza molto simile a quella che percorsi io diversi anni orsono. Nel limite del possibile e del richiesto cerco di esserle utile. È comunque una strada che ciascuna atleta deve costruirsi da sola».

Grigione Antonio Platz
Antonio Platz
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