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E' uscito il nuovo libro di Begoña Feijoo Fariña

Fra l’inizio degli anni Quaranta e quello degli anni Ottanta del XX secolo, in Svizzera vigeva la prassi di affidare, d’ufficio e contro la volontà dei diretti interessati, bambini e giovani a istituti o contadini. I numerosi collocamenti che avvennero in quel lunghissimo periodo interessarono bambini provenienti da famiglie povere, figli illegittimi o appartenenti a situazioni familiari precarie, ragazzi considerati difficili, scomodi o ribelli. Molte delle vittime di tali decisioni di collocamento coercitivo sono state mandate a servizio, sfruttate in aziende agricole, internate in istituti psichiatrici o penitenziari, maltrattate, sottoposte ad adozioni forzate o hanno subito (spesso a loro insaputa) sterilizzazioni. Per una fetta di mela secca racconta l'esperienza subita da una di queste bambine: Lidia Scettrini. Un nome e una storia di fantasia utilizzati per raccontare quella che è stata la vita di molti.

Trama

In seguito al divorzio dei genitori, Lidia resta a vivere con sua madre a Cavaione (un piccolo borgo della Svizzera orientale). Stanca delle prese in giro da parte di alcuni dei suoi compagni un giorno ruba la merenda a Piero. Accusata dai genitori del bambino – e a causa della povertà in cui lei e la madre vivono – viene mandata in istituto, dove subirà maltrattamenti da parte di alcune delle suore che lo gestiscono e sarà poi data in affidamento a un contadino. Nella nuova “casa” c’è anche Anne – la moglie malata e costretta a letto del contadino – unico spiraglio d’amore per Lidia. Alla morte di Anne, Lidia, ormai diciannovenne e prossima alla maggiore età, può finalmente liberarsi dall’orrore di quella vita e tornare a Cavaione. Da questo ritorno al villaggio, che ormai non sente più suo, parte il tentativo di rifarsi una vita. Con non poche difficoltà costruirà una nuova sé cercando di tenere a bada il dolore dei ricordi. Nel 2018 e in seguito all’istituzione del fondo di solidarietà istituito dalla Confederazione e dai Cantoni a sostegno di ex vittime delle cosiddette “misure coercitive a scopo assistenziale”, Lidia si troverà a dover compilare il modulo di richiesta, rievocando tutto ciò che le è stato rubato e scoprendo in sé la forza di vivere il presente.

Estratto

Il mio letto si trova in mezzo a molti altri letti. Sopra il materasso ci sono le lenzuola, una coperta di lana grigioverde e un piccolo cuscino. Le parole escono dalla bocca di Arietta con un’intonazione nuova. La voce è decisa e il ritmo lento. Mentre spiega compie le azioni che descrive. Poi disfa il letto e mi chiede di rifarlo. Ad ogni sbaglio mi corregge, con pazienza. Dopo vari tentativi dice brava e sorride di nuovo. E in quel sorriso io la vedo, ora per la prima volta. Il viso è grazioso, i seni sono rotondi come quelli della mamma e i capelli, rossi e ricci, raggiungono appena le spalle ossute. È magra, molto alta. Ed è bellissima. Restiamo a guardarci per qualche secondo. Fra poco scenderemo nell’ampio atrio, le altre saranno ancora in piedi e sarà in piedi anche Madre Sofia. Allora verrò istruita su tutte le altre regole della casa e accadrà attraverso un interrogatorio serrato, come un’interrogazione a scuola ma senza la grande lavagna. Madre Sofia porrà domande e le bambine risponderanno, spesso in coro. Talvolta una sola, se così vorrà chi avrà appena fatto la domanda. Alla fine dello spettacolo istruttivo mi verrà spiegato, mentre a fatica trattengo le lacrime poiché allora saprò che piangere fa parte delle cose vietate, perché sono lì. Verrà spiegato a me e ricordato a tutte le altre che siamo ragazze incivili, che abbiamo bisogno di essere istruite. Ci verranno elencati i nostri difetti e ci verrà ricordato che siamo lì perché fuori nessuno ci vuole, perché le nostre madri sono incapaci di gestire bambine così maleducate, così impure, così lontane da Dio e dalle sue leggi. Io non capirò quasi nulla di quel discorso, non quel giorno.

Biografia

Nata a Vilanova De Arousa (Galicia, Spagna) il 7 marzo 1977, a 12 anni si trasferisce in Svizzera, dove tuttora vive. Dopo la laurea in Biologia, lavora per alcuni anni in ambito entomologico.

Nel 2015 abbandona definitivamente la professione di Biologa, lascia il Ticino e si trasferisce in Valposchiavo. Da allora si dedica quasi esclusivamente a teatro e scrittura. È cofondatrice della compagnia teatrale inauDita, per cui si occupa prevalentemente di drammaturgia e regia.
Ha all’attivo due romanzi: Abigail Dupont (Demian edizioni, Teramo, 2016) e Maraya (AUGH!, Viterbo, 2017). Suoi racconti sono stati pubblicati su Almanacco del Grigioni Italiano (Almanacco del Grigioni Italiano 2018, pp. 128-130) e Carie Letterarie (Speciale bianco e nero, ottobre 2019, pp. 42-46).
Nel 2018 ha vinto la borsa letteraria di Pro Helvetia e il Concorso Grandi Progetti del Cantone dei Grigioni, entrambi riconoscimenti per il progetto di questo romanzo. Sempre per questo progetto è stata ospite della Residenza Franz Edelmaier per la letteratura e i diritti dell’uomo (Merano, Italia).
È presidente della sezione Valposchiavo della Pro Grigioni Italiano e direttrice artistica della stagione teatrale I MONOLOGANTI di Brusio (Grigioni).

 

Per una fetta di mela secca

15×21 cm, 144 pp, Euro 16,00, ISBN 978-88-97308-90-4

https://gabrielecapellieditore.com/2019

Redazione 150
Comunicato stampa
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