
Una volta guardia, guardia per sempre
- 26-06-2025
Un evento storico per la Svizzera italiana: per la prima volta la Festa Centrale dell’Associazione delle ex Guardie Svizzere Pontificie si è tenuta a sud delle Alpi, riunendo oltre 300 ex-Guardie con le loro famiglie, amici e simpatizzanti. Una tre giorni intensa, ricca di spiritualità, amicizia e senso di appartenenza che ha lasciato un segno profondo, dentro e fuori il corpo.
La manifestazione, organizzata dalla Sezione Svizzera Italiana dell’Associazione centrale, guidata dal valposchiavino Graziano Rossi, è stata un successo sotto ogni punto di vista: partecipazione, organizzazione e impatto sulla comunità locale. «Una volta guardia, guardia per sempre» non è solo uno slogan, ma il vero filo conduttore che ha attraversato ogni momento della festa.
Fede, cameratismo e identità
La giornata di sabato si è aperta con la Messa da Requiem in suffragio delle guardie defunte, celebrata da Mons. Alain de Raemy – già cappellano della Guardia e oggi amministratore apostolico della Diocesi di Lugano – nella suggestiva cornice della chiesa di Santa Maria degli Angioli.
Nella sua omelia Mons. de Raemy ha ricordato come il servizio in Vaticano sia spesso una vera svolta spirituale: «Molti partono senza una forte esperienza di Chiesa, ma a Roma riscoprono la fede e un senso di comunità che resta per sempre. Li lega il Papa. Semplicemente, il Papa».
A seguire, il corteo solenne ha raggiunto Piazza della Riforma, accompagnato dalla banda delle ex-Guardie con i vessilli dell’Associazione centrale e della Sezione ospite. Nella cornice di Piazza della Riforma, difronte al Palazzo Civico, è stato poi offerto un concerto dove si sono intercalate la Banda delle ex-Guardie e la Filarmonica di Pregassona, a cui ha fatto seguito un ricco aperitivo.
Durante l’Assemblea Centrale, cuore dell’evento, sono emerse riflessioni profonde sul ruolo delle ex-Guardie nella società contemporanea svizzera e sulla difficoltà di reclutare nuove leve.
Nel suo intervento, il Comandante Graf ha parlato anche del senso di vuoto che molte ex-Guardie sperimentano una volta rientrate in Svizzera: «Da una vita comunitaria totale si passa a una solitudine organizzata. Ma quell’esperienza resta nel cuore, e trasforma per sempre».
Una famiglia che non finisce mai
L’attuale Comandante delle Guardie Svizzere, colonnello Christoph Graf, ha sottolineato la continuità di questa appartenenza: «Una volta guardia, lo si resta per tutta la vita. È una famiglia che non finisce con il servizio attivo». Graf ha incoraggiato le nuove generazioni a considerare questa vocazione unica, che unisce fede, disciplina e spirito di servizio. Le ex-Guardie, ha detto, hanno il compito di essere “testimoni vivi” di questa esperienza nelle loro comunità.
Un orgoglio per la Svizzera italiana
Graziano C. Rossi, presidente della Sezione Svizzera Italiana, ha raccontato con emozione la soddisfazione di aver potuto ospitare per la prima volta la Festa al sud delle Alpi: «Era un sogno da anni. Abbiamo colto l’occasione del Giubileo per proporre il meglio del nostro territorio e accogliere con calore le famiglie da tutta la Svizzera». Il programma ha saputo fondere momenti solenni e conviviali: dalla cena tipica ticinese alle Cantine di Gandria del venerdì sera, al concerto della banda, fino alla cena di gala.
Domenica 22, la celebrazione si è conclusa con la S. Messa Pontificale nella Basilica del Sacro Cuore trasmessa in diretta televisiva dall’emittente cattolica k-tv e celebrata da Mons. Peter Bürcher, che recentemente è stato Amministratore Apostolico di Coira ed è stato in visita alcune volte anche nella nostra bella Valposchiavo. A seguire, la tradizionale sfilata che ha attraversato il centro di Lugano, coinvolgendo anche la cittadinanza, composta dalla Banda, dalle delegazioni delle bandiere, le sentinelle in uniforme, il Comandante della Guardia e tutti gli ospiti.
Una testimonianza che continua
La Festa Centrale, organizzata ogni due anni a rotazione tra le tredici sezioni che compongono l’Associazione (più la neonata “Urbi et Orbi” per le ex-Guardie residenti a Roma o nel mondo), ha offerto un raro spaccato di spiritualità vissuta, di fedeltà alla tradizione e di legame intergenerazionale. A Lugano non si è solo celebrato il passato, ma si è rilanciato un messaggio forte: in un mondo che cambia, esistono ancora comunità capaci di custodire valori antichi con rinnovato entusiasmo.
In un’epoca in cui i legami sembrano fragili e temporanei, l’incontro delle ex-Guardie Svizzere Pontificie ha ricordato a tutti – partecipanti e cittadini – che «una volta guardia, guardia per sempre» non è solo un ricordo, ma uno stile di vita che continua nel cuore, nella fede e nella memoria di chi ha servito il Papa con onore.
Fotografie di Luca Delfini e Felicia Baggi