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Approvata mozione a favore di edifici fuori zona

Il Gran Consiglio retico ha approvato una mozione che mira a promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione degli edifici fuori dalle zone edificabili. Secondo i 55 firmatari dell'incarico la montagna deve essere vista in modo dinamico, unendo tradizione, tutela, valorizzazione e spirito innovativo.
All'inizio del mese di dicembre scorso, Consiglio degli Stati e Consiglio nazionale hanno approvato una mozione che prevede una sanatoria per gli edifici costruiti più di 30 anni fa al di fuori dalle zone edificabili. La decisione, tra l'altro, non si riferisce solo ai "Maiensässe" (case di montagna) grigionesi, ma pure ai rustici ticinesi e agli chalet vallesani, ha scritto il primo firmatario della mozione approvata oggi dal Gran Consiglio dei Grigioni, Samuele Censi (PLR, Roveredo).
Per perseguire in modo efficace questo obiettivo, occorre cambiare approccio. Gli interventi di ristrutturazione devono essere favoriti e incentivati perché sono di fondamentale importanza per la tutela del paesaggio e non devono essere considerati delle eccezioni, si legge nel testo della mozione.
Occorre pertanto poter procedere ad una revisione del quadro legale - articolo 24 della Legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT) - affinché si possa dare continuità a questo rapporto con il territorio, attraverso degli "ovvi adattamenti, a seguito dell'evoluzione della società", recita ancora il testo dell'incarico.
L'incarico chiede al Governo di farsi promotore, presso la Conferenza dei Cantoni alpini e con il contributo delle deputazioni alle camere federali, di un'adeguata modifica della LPT in sintonia con gli intenti dei firmatari.
Nella sessione odierna extra muros di Klosters, il Governo grigionese ha raccomandato al Legislativo di accogliere la mozione. Nel suo intervento ha voluto sottolineare che la legge «dovrebbe essere ampliata nel senso che gli edifici non più utilizzati per scopi agricoli possano essere destinati in misura moderata a un'utilizzazione a scopi abitativi conservando la propria identità e nel quadro delle possibilità di ampliamento esistenti».

«Per guardare con dignità al futuro»
Samuele Censi ammette che la legge attuale permette già la ristrutturazione dei rustici, ma lo fa in modo troppo restrittivo. «Visto che la salvaguardia del patrimonio dei rustici è fortemente a rischio, se non si interviene a breve-medio termine, l'eventualità che sia cancellato in modo irreversibile è concreto».
Considerando che la problematica non interessa soltanto il Grigioni, Censi auspica che anche altri parlamenti cantonali vadano in questa direzione, come d'altro canto è già avvenuto nel Canton Ticino.
Il deputato mesolcinese si augura inoltre che la modifica di legge deleghi una maggior autonomia ai Cantoni: «Non è possibile considerare allo stesso modo il territorio fuori zona edificabile dei Grigioni, o di tutto l'arco alpino, con quello dell'Altipiano svizzero». Censi è consapevole che la strada sarà ancora lunga e impervia. Tuttavia «è importante che dai Cantoni alpini giungano rivendicazioni puntuali affinché anche il territorio montano possa guardare con dignità al futuro».
Proprio di recente anche l'associazione che raggruppa tutti i Patriziati ticinesi ha sottoscritto, con vigore, i contenuti di questa iniziativa parlamentare.
Da parte sua il Gran Consiglio ha approvato l'incarico al Governo con 82 voti a favore e 23 contrari in un parlamento di 120 membri.

Redazione 150
Keystone-ATS
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