«Siamo pronti ad azioni sulle strade»
«Chiediamo la piena tutela della salute dei frontalieri, altrimenti prenderemo tutte le iniziative necessarie». Da ventitré sindaci della provincia di Sondrio è partita lunedì un’altra lettera per le istituzioni grigionesi. A due settimane dalla prima comunicazione, i Comuni della Valchiavenna – che stavolta sono affiancati da quelli del Tiranese – si rivolgono nuovamente al governo retico, ai granconsiglieri e ai sindaci del Grigioni Italiano, dell’Engadina e della Viamala. «Considerata la notevole diffusione del coronavirus nei territori della Svizzera frequentati dai nostri frontalieri, chiediamo l’immediata adozione di provvedimenti di chiusura di tutte le attività economiche non essenziali, al fine di non vanificare l’importante sistema di protezione sanitaria messo in atto dal nostro Paese», si legge nel documento firmato dai presidenti delle Comunità montane di Chiavenna e Tirano, Davide Trussoni e Gian Antonio Pini, in rappresentanza di ventitré Comuni.
Un’altra richiesta è relativa alla «eventuale possibilità per i frontalieri che dovessero continuare l’attività lavorativa, per attività essenziali, di alloggio convenzionato al fine di ridurre il più possibile il rientro in Italia». Senza dimenticare «la tutela economica dei nostri lavoratori frontalieri senza alcun pregiudizio per il prosieguo del rapporto di lavoro».
In caso di mancato accoglimento delle richieste i sindaci hanno comunicato che «intraprenderanno, senza successive comunicazioni, tutte le azioni necessarie per salvaguardare sia i nostri frontalieri, sia i cittadini svizzeri, ed iniziative in tal senso, anche di natura dimostrativa in relazione ai collegamenti stradali internazionali». «Siamo disposti, in caso di necessità, ad intraprendere azioni forti alla frontiera, mettendo in evidenza i disagi e le motivazioni che ci hanno spinto a fare questo forte pressing sulle istituzioni grigionesi», precisa Davide Trussoni. In concreto, sembra molto difficile ipotizzare un vero e proprio blocco delle statali che portano alle dogane di Castasegna e Piattamala, ma una protesta - nel rispetto delle leggi sul distanziamento sociale - non può assolutamente essere esclusa.
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