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(Foto rsi.ch)

«Un riconoscimento per il Grigionitaliano»

"Il riconoscimento da parte del Governo grigionese attesta l'operato come difensore della lingua italiana e degli interessi del Grigionitaliano". Così Sacha Zala in merito al Premio grigionese per la cultura 2019 che gli è stato attribuito oggi. Secondo il professore di storia all'università di Berna, grandi progressi sono stati fatti nella promozione della lingua di Dante, ma le sfide continue e la permanente messa in discussione sono pericolose. "Un premio inaspettato, ma che mi ha dato grande piacere, soprattutto per il grosso peso dato dal Governo alla mia attività in seno alla Pro Grigioni Italiano" (Pgi), ha detto il rinomato storico poschiavino a Keystone-ATS. "Come presidente della Pgi non sempre ho avuto vita facile, spesso ho dovuto battere i pugni sul tavolo e prendere posizioni forti contro tutto un mainstream cantonale, tanto che ho sempre avuto la convinzione di una percezione negativa nei miei confronti. Il fatto che a distanza di anni il Governo riconosca come giusta quell'attività fa sicuramente piacere, rassicura e rasserena anche nel rapporto con la mia persona privata". Oltre che a livello personale, però, si tratta di un riconoscimento importante e simbolico per l'unico Cantone trilingue della Svizzera e per l'italianità tutta: "certamente negli ultimi venti anni sono stati fatti progressi immensi in quanto a basi normative e giuridiche relativamente alla promozione della lingua italiana. Prima esisteva solo una base declamatoria all'interno della Costituzione cantonale che la ergeva a lingua cantonale, da cui non derivava però alcun obbligo pratico laddove la prassi è poi regolata dalle leggi". D'altro canto però, aggiunge Zala, questi miglioramenti hanno sempre dovuto confrontarsi con sfide difficili, "lanciate soprattutto da quella parte germanofona che vede l'italianità come la zavorra che impedisce di correre dietro a un cosmopolitismo zurighese e alle aspirazioni legate all'inglese. Ogni votazione, quella sulla legge sulle lingue e poi  sull'insegnamento dell'italiano a scuola, è stata una una vera e propria messa in discussione della nostra esistenza in quanto grigionitaliani. La politica cantonale d'altro canto è stata molto accorta nelle soluzioni cercate". Questa messa in discussione permanente, tuttavia, secondo il professore, è molto pericolosa e questo premio rappresenta proprio il riconoscimento del Grigionitaliano come parte "normale" del Paese, legittimandone in un certo senso l'esistenza. "Non dimentichiamo - conclude Zala - che prima della mia presidenza alla Pgi, a Coira il Governo usava l'espressione Bewohner der Valli (per designare gli abitanti delle regioni italofone del cantone). Epocale è stato il combattimento per creare l'etichetta di grigionitaliani, che a sua volta crea quella identità che mancava nella percezione politica e, talvolta, non solo all'esterno ma anche per noi grigionitaliani stessi. Il premio sottolinea questo fondamentale e forte processo di normalizzazione".

Redazione 150
Keystone-ATS
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