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Marco Morosini

Dimezzare il consumo energetico svizzero

Questo l’obiettivo, tanto semplice quanto coraggioso, che si è dato a Davos lo scorso mese di settembre un gruppo eterogeneo di associazioni, ditte e istituzioni, a iniziare dall’Associazione svizzera per la luce e dall’Ufficio federale dell’energia. Quello che viene denominato “accordo di Davos” è senz’altro ambizioso, anche perché in Svizzera, nel 2017 il consumo elettrico per l’illuminazione interna ed esterna è ammontato a 7 TWh (7 miliardi di chilowattora), ciò che equivale al 12% del totale dei consumi di corrente. Gli esperti del settore illuminotecnico sono tuttavia convinti che  sarebbe possibile dimezzarlo, portandolo al 6%, entro il 2025. Un risparmio ottenibile soprattutto sensibilizzando tutti gli attori del settore, dai fabbricanti ai clienti finali, passando naturalmente per i progettisti e gli istallatori, sulle possibilità offerte dai moderni sistemi di illuminazione ad alta efficienza energetica e sui benefici aggiuntivi apportati dai concetti di gestione intelligente. Fondamentalmente si tratta di concepire i nuovi sistemi, e risanare quelli esistenti, in modo da soddisfare al meglio le esigenze di illuminazione con la soluzione più intelligente ed efficiente possibile. Il risparmio di 3.5 TWh all’anno che i promotori dell’accordo di Davos contano di ottenere entro il 2025 rappresenta l’equivalente del consumo annuo elettrico di 1 milione di economie domestiche: un contributo decisamente importante verso il raggiungimento degli obiettivi della Strategia energetica della Confederazione. Ma anche in favore di un’illuminazione di sempre maggiore qualità, che tenga debito conto di tematiche diventate sempre più importanti, come l’esigenza di evitare il più possibile l’inquinamento luminoso e gli effetti negativi che ne conseguono. E anche considerando l’opzione, da non scartare a priori in particolare a livello di illuminazione pubblica, di semplicemente non illuminare ciò che in fondo non necessita di essere illuminato. Ma il potenziale maggiore di riduzione di questi consumi consiste nel gestire la quantità di luce da diffondere in base alle reali necessità. Ciò che oggi, grazie ad esempio a sensori di presenza o di movimento e ad una gestione sempre più “smart” è non solamente possibile ma pure auspicabile. Gli esempi in questo senso sono numerosi, anche in Ticino. Si veda ad esempio l’illuminazione dinamica della nuova pista ciclabile tra Tesserete e Canobbio, realizzata dell’Azienda elettrica di Massagno sul sedime della ex-ferrovia Lugano-Tesserete e che fa capo ad una tecnologia sviluppata dalla ditta Paradox di Chiasso, che trova applicazione anche per altri servizi che vanno al di là dell’illuminazione pubblica. In pratica un esempio concreto e su scala locale di quello che è il concetto oggi molto usato di “tecnologia smart”.

Redazione 150
Studioenergia Sagl
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Commenti  
#1 Luciano Pedrazzi 07.02.2019 15:54
Uno dei tanti obiettivi irragiungibili, realisticamente parlando. Importante é, che si inizi da qualche parte ed in qualche modo, a ridurre i consumi energetici (che spesso sono sprechi).

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