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Nucleare non è una soluzione

UNA DOTTORESSA IN FISICA ED ESPERTA IN ENERGIA HA DICHIARATO

«Il nucleare non è una soluzione»

Da un po’ di tempo sentiamo come alcuni politici svizzeri avrebbero l’intenzione di voler ritornare a costruire nuove centrali nucleari. Proprio ieri il consigliere federale Albert Rösti ha ritenuto il nucleare un’opportunità futura. Questo malgrado il popolo, in una votazione del 21 maggio 2017, abbia accettato con il 58.2% dei sì la nuova Legge federale sull’energia, la quale citava anche: «È inoltre vietata la costruzione di nuove centrali nucleari».

Da un articolo del quotidiano svizzero-tedesco Neue Zürcher Zeitung la dottoressa Almut Kirchner ha dichiarato invece che il nucleare non è una soluzione. Dal 2003 Almut Kirchner dirige il settore della politica energetica e di protezione dal clima presso la ditta Prognos SA. Si occupa di studi nelle previsioni a lungo termine di scenari basati su modelli di sistemi nella produzione energetica. La Promos SA è una società fondata nel 1959 presso l’Università di Basilea. Politicamente indipendente, effettua ricerca economica nel settore pubblico e privato in tutta Europa.

La dr. Almut Kirchner è inoltre co-autrice delle «Prospettive energetiche 2050» dell’Ufficio federale dell’energia pubblica. Di questo studio è già stato pubblicato un sommario di cento pagine, mentre l’originale ne conta cinquecento.

Tornando al nucleare la citata Esperta ha affermato che se l’attuale quota di energia solare ed eolica aumentasse, il nucleare potrebbe addirittura rivelarsi un ostacolo. La costruzione di nuove centrali nucleari è in ritardo quasi dappertutto e molte di esse non funzionano correttamente. Oltre agli enormi aumenti di costi nella costruzione dei nuovi reattori sono aumentati anche quelli di produzione dell’energia, mentre i costi delle energie rinnovabili stanno diminuendo. Anche per quanto riguarda la nuova generazione di reattori esistono solo sulla carta e d’altra parte i piccoli reattori modulari non sono ancora economici, asserisce la dr. Almut Kirchner.

A proposito dei costi delle centrali nucleari recentemente l’EDF (Électricité de France), la maggiore azienda del settore, ha annunciato ritardi e costi supplementari per oltre 500 milioni di euro per il progetto di costruzione di un reattore nucleare ad acqua pressurizzata di nuova generazione; infatti, i costi sono lievitati da 12,7 a 13,2 miliardi e la messa in funzione non è prevista prima di inizio 2024. Al momento della progettazione di questo reattore, avvenuta nel 2004, si stimava un costo di costruzione all’incirca di 3 miliardi di euro e un’entrata in servizio nel 2012. Da questo che è stato un insuccesso economico e da altri esempi si deduce che le valutazioni della dr. Almut Kirchner sono corrette.

Il consiglio della citata Esperta è che per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 un quinto dei tetti svizzeri dovrebbero essere dotati di pannelli solari, nonché su alcune facciate e su parte delle infrastrutture dovrebbero essere munite di fotovoltaico. Per quanto riguarda l’energia attraverso le pale eoliche è una realizzazione difficile a causa di problemi di accettazione (rumore e disturbo ambientale). Unitamente a questi sistemi di produzione pulita dell’energia elettrica, la Svizzera ha un grande vantaggio e un punto di forza in termini di flessibilità, grazie al suo numeroso parco di centrali idroelettriche ad accumulazione, le quali sono ovviamente pure rinnovabili. Da questo si deduce chiaramente che il fotovoltaico è utile e costa anche meno. D’altra parte, e per fortuna, nel nostro Paese abbiamo molte centrali idroelettriche in grado di garantire al Paese costanza energetica, grazie al fatto che possono essere spente o aperte a seconda delle necessità.

Il nucleare pulito

Contrariamente a quanto succede con la fissione nucleare che provoca scarti radioattivi di difficile immagazzinamento, il sistema della fusione è praticamente pulito; provoca pochissime scorie. Sono oltre una trentina di anni che si sta studiando a questo sistema. La produzione energetica si basa sulla fusione di due atomi a velocità molto elevate. Le ricerche in effetti sono riuscite, ma il fatto è che l’energia necessaria per il funzionamento ne produce unicamente la stessa quantità. A metà dicembre 2022 è uscito un comunicato strabiliante del Dipartimento americano per l’energia: per la prima volta nella storia un laboratorio della California ha creato una reazione che genera più energia di quella necessaria per innescarla! Questo perché, a differenza degli esperimenti precedenti, gli americani hanno usato il laser per attivare gli atomi.

Malgrado il titolo altisonante degli americani «Abbiamo ottenuto in laboratorio la prima fusione nucleare» in effetti per raggiungere un risultato che abbia la necessaria valenza economica ci vorranno ancora molti decenni di ulteriori studi e prototipi.

Grigione Remo Tosio
Remo Tosio
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