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Foto d'archivio

La Ferrovia Retica guarda al dopo-pandemia

La data del 3 giugno è trascorsa invano, ora si guarda a quella del 15, giorno in cui le frontiere con l’Italia potrebbero riaprire  (sempre che il Consiglio federale non decida diversamente). Ci conta la Ferrovia Retica che sulla tratta del Bernina, a causa del lockdown dovuto alla pandemia, ha perso un’importante fetta della propria clientela: quella con l’Italia, che rappresenta circa un quarto delle presenze registrate dal trenino rosso. Con i convogli che non fanno più scalo a Tirano (ad eccezione dei treni merci), impossibile per l’ufficio marketing che cura le relazioni nel Bel Paese dare seguito alle prenotazioni. Un vero peccato, anche perché il 2020 prometteva davvero bene, almeno stando a quanto riferisce Enrico Bernasconi, rappresentante per la Ferrovia retica per il mercato italiano.

«Proprio così. Per i mesi di gennaio e febbraio avevamo tutti i weekend sold out e prenotazioni che superavano di un buon 20% quelle effettuate negli stessi mesi del 2019, anno quest’ultimo da incorniciare, visto che abbiamo avuto quasi 280mila turisti italiani sulla tratta del Bernina. Un dato record che ci faceva ben sperare dal momento che negli ultimi anni - dal 2007 al 2019, l’aumento dei turisti italiani è stato costante e variabile tra il 10 e il 15%». 

Ma la pandemia ha mandato in fumo prenotazioni e previsioni. «È stato come veder crollare la casa che con tanta fatica uno ha costruito negli anni. Ma non mi perdo d’animo, perché le fondamenta sono solidissime ed è da questa premessa che mi sono rimesso al lavoro!».

Bernasconi ha già preso contatto con le agenzie e con i clienti che avevano prenotato sul Bernina Express per riprogrammare i viaggi che sono saltati dallo scorso 7 marzo, ma la politica che il suo ufficio ha adottato in questa “fase due” è ben lungi dal voler fare “pressing”. «Sarebbe poco rispettoso, anche perché stiamo parlando di una regione, la Lombardia, che ha pagato a caro prezzo questa pandemia. Non abbiamo quindi intenzione di puntare su iniziative particolari. Il nostro messaggio è semplice e diretto come ciò che offriamo: un viaggio nella natura per rigenerarsi dopo un periodo buio e pesante. Credo non ci sia modo migliore per lasciarsi alle spalle la “fase uno”»

Sul fronte sicurezza Ferrovia Retica non lascerà nulla al caso. Tutti i convogli impiegati saranno sanificati al termine di ogni corsa e anche nelle stazioni il personale addetto alle pulizie sarà sempre impegnato a disinfettare e pulire vetri, corrimano, toilette e via dicendo. «Sul treno non sarà necessario assegnare dei posti per prevedere il distanziamento sociale perché siamo sicuri che almeno in questa prima fase non ci sarà ressa - prosegue Bernasconi -. Se poi si dovesse avere un forte afflusso allora i passeggeri dovranno indossare la mascherina». Questione di giorni, al massimo di poche settimane e il traffico su rotaia da e per Tirano riprenderà regolarmente. E con esso tornerà a farsi sentire la voce della Valposchiavo che da anni e a più riprese chiede interventi per trattenere al di qua del confine i turisti che frequentano la tratta. Stando alle stime parliamo di un milione circa di passeggeri. Basterebbe una percentuale anche piccola e sarebbe per tutti manna dal cielo.

Redazione 150
Antonia Marsetti
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Commenti  
#2 ggaribaldi 03.06.2020 21:31
sarà accontentato sig. Lardi, noi faremo di tutto per non venire a disturbarvi nella vs valle, il Trenino Rosso è unico ma non è l'unica bellezza delle valli Alpine e della Valtellina........Buona estate sig. Lardi
#1 Flavio Lardi 03.06.2020 17:10
Meno male che non ci siamo cosí tanti passeggeri da Tirano. Forse da quest’anno troveranno posto anche i turisti della Valposchiavo, che solitamente durante l‘estate devono salire rimanendo in piedi o dovevano prendere posto nella carrozza adibita al trasporto delle biciclette. Forse da quest’anno la FR si ricorda che ci siamo pure noi! Buona estate a tutti.

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