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Manuel Atanes

Il coronavirus richiede senso di responsabilità

Il Quotidiano della RSI di martedì 31 marzo 2020 ha trasmesso un servizio relativo la situazione del lavoro nella Regione Moesa. Durante questo servizio è stato dichiarato: per il Moesano non verrà aperta nessuna finestra. Soddisfatte le imprese locali e così sembra anche i rappresentanti politici. Personalmente non sono stato interpellato. È anche vero che io preferisco lavorare in silenzio e non sotto i riflettori, ma in questo caso non posso tacere. Quanto dichiarato durante la trasmissione in causa e in seguito riportato anche su altri media non è stato concordato con la Deputazione in Gran Consiglio. Settimana scorsa tutti i granconsiglieri della Regione Moesa hanno scritto sia a Berna sia a Coira per sollecitare le autorità superiori affinché venisse istituita anche da noi la finestra di crisi. Questa soluzione era caldeggiata e condivisa da tutti i deputati. Ancora adesso io ritengo che il blocco totale sia anche da noi, come in Ticino, la miglior soluzione dal punto di vista sanitario. Il Consiglio federale per istituire queste finestre di crisi deve veder soddisfatte cumulativamente cinque condizioni. Una di queste prevede che le parti sociali (padronato e sindacati) approvino i provvedimenti.
Da noi questa condizione non viene soddisfatta e pertanto Berna non può autorizzare l’apertura di questa finestra. Solo uniti avremmo potuto raggiungere questo obiettivo. Ora quello che può e deve fare il Cantone è controllare che le condizioni igieniche e sanitarie vengano rispettate. Questa settimana sono state controllate tutte le imprese e gli stabili produttivi, nei quali sono attivi 450 lavoratori, circa un terzo di quanti lavorano a pieno regime.
A questo punto mi appello a tutti i datori di lavoro: se vedete che le condizioni di lavoro non rispettano le norme previste dall’Ufficio federale della sanità pubblica interrompete il lavoro. Il Cantone ha stanziato un pacchetto di aiuti di 82 milioni di franchi che aggiunti ai 420 milioni provenienti da Berna costituiscono mezzo miliardo di franchi in favore dell’economia grigionese. Aiuti che in caso di necessità potranno essere aumentati, viviamo in uno Stato che non ha problemi finanziari.
Già oggi il Consiglio federale subisce pressioni politiche per un allentamento delle misure che permettono di arginare la diffusione del contagio. Non dobbiamo abbassare la guardia non dobbiamo avere fretta, la crisi non è ancora superata e il prezzo in vite umane sarà ancora alto.
Per uscire vincitori da questa situazione necessitiamo di misure congiunturali per il dopo crisi. Queste misure devono impedire una perdita di posti di lavoro e fare in modo che l’economia possa riprendersi e questo deve andare a favore di tutte le cittadine e i cittadini. La crisi sanitaria è tremenda, dobbiamo fare in modo che dopo non segua anche una crisi sociale ed economica.
Sin dai primi giorni ho tenuto i contatti con Coira, compito che ritengo fondamentale nella mia funzione di granconsigliere. Anche a livello del mio Gruppo parlamentare sto già lavorando, con la richiesta al Governo di introdurre ulteriori e più incisive misure economiche.
Non abbassiamo la guardia! Seguiamo scrupolosamente le direttive igieniche e di distanza, una protezione per noi stessi e un segno di profondo rispetto per il nostro prossimo e per gli operatori sanitari, che ringrazio sentitamente. Solo così potremo uscire da questo brutto momento.

Manuel Atanes, granconsigliere

Redazione 150
Manuel Atanes, granconsigliere
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