È la televisione a farla da padrona
È la televisione a influire maggiormente nella formazione dell'opinione pubblica degli svizzeri, in particolare a sud delle Alpi, davanti alla carta stampata, alla radio e ai media online. È quanto emerge dal monitoraggio annuale 2017 realizzato dall'Ufficio federale della comunicazione (UFCOM), che per l'occasione ha presentato un nuovo e dettagliato sito dedicato alla tematica (www.monitoraggio-media-svizzera.ch).
Malgrado la concentrazione in atto, secondo gli autori - la società Publicom - non c'è un pericolo imminente che un'impresa influenzi oltremisura la popolazione. Anche se l'offerta mediatica è nettamente più ampia nella Svizzera tedesca rispetto a quella francofona e italofona, il pubblico dispone ancora di sufficienti alternative per soddisfare il bisogno di informarsi, è stato sottolineato in conferenza stampa a Berna.
A farla da padrona in questo ambito è la televisione, soprattutto nella Svizzera latina e ancor più nella "regione Ticino" - che nell'analisi comprende anche il Moesano - davanti a radio, stampa e media online, che chiudono la classifica. Se a livello nazionale la TV influenza l'opinione nella misura del 32%, a sud del San Gottardo lo fa con una quota del 40%. Va comunque rilevato come quello televisivo sia un pubblico sempre più anziano, mentre i giovani si informano maggiormente attraverso internet.
A livello aziendale la più influente resta la SSR, davanti al gruppo Tamedia. Prendendo in considerazione il singolo organo di stampa, a guidare la classifica a livello nazionale è però il gratuito 20 minuti (di Tamedia) nelle tre lingue, che la spunta sui programmi radiofonici e televisivi della SSR. Oltre a questi, nella Svizzera tedesca spicca il peso del Blick e del Tages Anzeiger, in Romandia di testate come Le Matin (che ha pubblicato il suo ultimo numero su carta lo scorso 21 luglio) e 24 Heures.
In Ticino e Moesano, alle spalle di RSI LA1 troviamo il Corriere del Ticino, seguito da Rete Uno. Nella fascia di età compresa fra i 15 e i 29 anni al secondo posto c'è però 20 minuti e al terzo Rete Tre, mentre fra i 60-79enni, RSI LA 1 è davanti a Rete Uno e Corriere del Ticino.
I due grandi gruppi, SSR e Corriere del Ticino, influenzano l'opinione in Ticino e Moesano nella misura del 57%. Seguono le altre aziende, che riunite detengono una quota del 30%. Fra queste figurano anche un pugno di emittenti televisive estere, in particolare italiane. Nei Grigioni, senza il Moesano, guida la classifica SRF1, davanti a Radio SRF 1 e alla Südostschweiz.
Pericolo uniformazione
Nonostante i risultati complessivamente soddisfacenti, in futuro sarà posta particolare attenzione alla formazione dell'opinione pubblica in Svizzera, hanno annunciato gli autori dell'analisi, ponendo l'accento sull'invecchiamento del pubblico televisivo e sulle sfide future che attendono la SSR.
Altro aspetto da non sottovalutare è la costante tendenza all'uniformazione dei contenuti redazionali che consente ad alcune aziende mediatiche di esercitare un notevole potere sull'opinione dei cittadini con contenuti sovraregionali e sistemi locali con propria testata.
Osservati speciali in questo ambito saranno le testate satelliti cantonali della Luzerner Zeitung (Gruppo NZZ) nella Svizzera centrale e i due sistemi di sottoedizioni locali proposti dalla Südostschweiz (Somedia) nello spazio mediatico Grigioni e dal St. Galler Tagblatt (NZZ) in quello sangallese.