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Foto d'archivio

Direttore impresari rimane candidato Governo

Potrebbe avere anche risvolti politici la notizia della sanzione inflitta dalla Commissione della concorrenza (COMCO) ad alcune imprese di costruzioni grigionesi per aver manipolato per anni gli appalti in Bassa Engadina. Il direttore della Società retica degli impresari costruttori (GBV), Andreas Felix, è infatti candidato al Governo per il Partito borghese democratico (PBD). L'esecutivo retico si dice dal canto suo costernato dai risultati dell'inchiesta.

Sebbene i vertici della GBV affermino di essere estranei agli accordi illeciti sui prezzi, due suoi membri di comitato sono rappresentanti delle ditte coinvolte. "Dall'inizio dell'anno entrambi non partecipano più alle riunioni di comitato e nel frattempo hanno dato le dimissioni", afferma la Società impresari costruttori.

Secondo la COMCO, la GBV non è stata sanzionata direttamente, ma deve comunque farsi carico delle spese di procedura visto che "gli accordi illeciti sono stati in parte organizzati in occasione di riunioni della Società impresari costruttori" dal 1997 al 2008.

Dal canto suo Andreas Felix - che è direttore della GBV dall'agosto 2008 e in precedenza ha ricoperto altre cariche nella Società -, in una conferenza stampa indetta oggi a Coira, ha affermato che rimarrà candidato alle prossime elezioni cantonali grigionesi di giugno.

Sia il direttore che il presidente della GBV, Markus Derungs, non contestano il fatto di aver organizzato queste "riunioni preparatorie", ma entrambi affermano di non sapere ciò che è stato discusso durante tali incontri. Felix si dice pronto a collaborare con la COMCO per chiarire rapidamente tutta la vicenda.

Cantone non esclude azioni legali

Sul caso si è espresso oggi anche il Governo retico. Quest'ultimo afferma in una nota odierna di "aver preso atto con indignazione dei risultati dell'inchiesta" e "condannato ogni forma di accordo sui prezzi". Inoltre, in quanto "committente di prestazioni di costruzione e al fine di salvaguardare le proprie pretese
giuridiche quale potenziale danneggiato", il Cantone non esclude di adire le vie legali contro le ditte coinvolte.

Il Governo retico aggiunge pure di "aver già pronunciato le prime sanzioni in materia di appalti pubblici" ad inizio 2018 in relazione a una decisione della COMCO su una vicenda analoga già passata in giudicato. Infine, il Cantone afferma di "aver adottato le misure necessarie al fine di tutelare i suoi interessi a una procedura d'aggiudicazione corretta".

Il Dipartimento delle costruzioni, trasporti e foreste ha infatti sviluppato un sistema di monitoraggio "al fine di consentire ai garanti della concorrenza di intervenire immediatamente in caso di sospetti accordi sugli appalti".

Reazione anche dei partiti

Sulla multa da 7,5 milioni di franchi per il grosso cartello organizzato nella Bassa Engadina oggi si sono espressi anche i partiti. Il PS retico esige dal Governo  un'inchiesta indipendente e sanzioni in caso di comprovato comportamento illecito.

Inoltre, secondo i socialisti, il Cantone deve adire le vie legali per ottenere un risarcimento dei soldi dei contribuenti andati alle ditte coinvolte nella vicenda.

Nel caso in cui il Governo non volesse intervenire, il PS si riserva di inoltrare un atto parlamentare in vista dell'istituzione di una commissione d'inchiesta sull'accaduto.

Infine, sulla vicenda si è pronunciato anche il presidente del PBD svizzero Martin Landolt. Quest'ultimo ha difeso la candidatura al Governo retico dell'esponente del suo partito Andreas Felix. "Qualora la sezione cantonale deciderà di candidarlo, la sosterrò completamente", ha detto Landolt al sito giornalistico Watson.ch.

Redazione 150
Keystone-ATS
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