Revisione legge imposte: sostegno in Parlamento
Grande sostegno in Parlamento per la revisione parziale della legge cantonale sulle imposte del Cantone dei Grigioni: il Gran Consiglio, riunito nella sessione di agosto, ha approvato oggi il nuovo testo con 96 voti favorevoli contro 15 contrari (4 astenuti). Tra le misure fondamentali una riduzione dell'aliquota d'imposta sull'utile per le persone giuridiche dal 5,5 al 4,5%.
Con l'approvazione della revisione il Cantone dei Grigioni adegua la propria legislazione come richiesto ai cantoni entro il primo gennaio 2020, data dell'entrata in vigore della Riforma fiscale e finanziamento dell'AVS (RFFA).
Il Governo retico aveva licenziato il proprio messaggio per il Gran Consiglio già a giugno, poi discusso due settimane fa in seno alla Commissione per l'economia e le tasse (CET), entrata nel merito del progetto all'unanimità ma con varie divergenze sui contenuti, venute fuori nel corso del dibattito odierno.
Per quanto riguarda i punti fondamentali, in linea di massima i parlamentari hanno seguito le indicazioni della maggioranza della commissione. Tre i punti sui quali la discussione si è prolungata più che altrove. In ordine cronologico, particolarmente controverso il punto sulla procedura di imposizione parziale: con 88 voti a 21 il Gran consiglio ha seguito la volontà della maggioranza della commissione. L'imposta sui dividendi viene così ridotta dal 60 al 50% contro la volontà del Governo.
Altro punto sul quale il dibattito si è dilungato quello sull'imposizione di brevetti e diritti analoghi. Con 74 voti a 40 i granconsiglieri grigionesi hanno seguito ancora una volta la proposta della maggioranza della commissione di ridurre del 90% le spese di ricerca e sviluppo, contro la posizione del Governo, appoggiata da una minoranza della commissione, di una riduzione più contenuta del 70%.
Infine, tra i punti fondamentali della revisione, quello riguardo l'aliquota dell'imposta sugli utili per le persone giuridiche. Tre in questo caso le posizioni possibili da votare: quella della maggioranza della commissione, che con la proposta di una riduzione dall'odierno 5,5 al 4,5% ha sbaragliato la concorrenza guadagnando 97 voti, quello di una minoranza della commissione in favore del mantenimento all'attuale 5,5% (18 voti) e quella del governo, per una riduzione al 4%, rimasta completamente a secco con zero voti.
