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PassegGiando: in dialogo con la natura

PasseGiando è un progetto della Pgi Moesano che prevede una gita annuale, alla scoperta di luoghi o enti poco noti o lontani. Quest’anno il Comitato ha scelto una località vicina, ma forse non propriamente conosciuta visti i tanti segreti che la abitano.

Un'escursione che ha riportato i partecipanti a contatto con la natura, laddove si è voluto o si vorrebbe fare un passo indietro e ripristinare la situazione «pre-antropica».

La golena di Pian San Giacomo racconta la vita di un fiume che ritrova il suo corso, dopo essere stato «erroneamente» incanalato dall’uomo. Più un fiume è stretto, più la falda freatica si abbassa, perché scava nel suolo e di conseguenza maggiori sono le possibilità di impoverire le specie che necessitano condizioni diverse per poter proliferare. La golena allarga i fiumi e alza la falda, favorendo la formazione di humus, che essendo in grado di regolare il microclima locale, si rivela fondamentale per la sopravvivenza degli insetti. Questi sono essenziali per la biodiversità, dato che danno nutrimento ad uccelli o diventano farfalle in grado di impollinare i fiori sino in alta montagna.

La zona golenale Andrana è un paradiso per ogni biologo che vi trova una miriade di insetti o altri animali, quasi scomparsi in altre zone, indicatori di eccelsa qualità dell’acqua, ma pure per chi ha voglia di dialogare con la natura selvaggia tipica della nostra regione.

Anche la vegetazione approfitta di queste condizioni ottimali e si sviluppa in modo diversificato, favorendo ad esempio i salici che oltre ad avere proprietà interessanti per noi umani, agiscono positivamente sulla fauna che a sua volta si sviluppa in modo sano, evitando inoltre l’insorgere di neofite. Biodiversità nei fiumi implica biodiversità in montagna, essendo gli ecosistemi collegati e interdipendenti. Non è un caso dunque vedere numerose lepri o sentire il fischio delle marmotte, che vivono proprio solo dove ci sono tricotteri che impollinano l’erba grassa.

Il bostrico ha una connotazione meno positiva, dato che colpisce gli abeti rossi spesso in modo letale. Tuttavia la sua diffusione è dovuta innanzitutto all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, dato che con temperature più calde può riprodursi anche due volte all’anno e risalire in alta quota. Il riscaldamento globale e la vita moderna hanno delle ripercussioni ben visibili anche nei nostri boschi: il castagno raggiunge nuove quote, la mancanza di pascoli permette al bosco di avanzare generando una gestione sempre più complessa e i boschi di protezione necessitano maggiori interventi, atti a strutturarli, per assicurare la funzione propria contro le catastrofi naturali.

Insomma, un mondo che riflette parte dei nostri comportamenti e che ci richiama all’attenzione!

Un ringraziamento sentito ai nostri esperti d'eccezione, Moreno Bianchi e Luca Plozza, senza i quali non avremmo colto le sfumature e la profondità del paesaggio che ci circonda.

Redazione 150
Margherita Gervasoni
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