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Dick Marty, già Consigliere agli Stati PLR Ticino

Una scelta di società, un sì alla giustizia

L’iniziativa popolare a favore delle multinazionali responsabili persegue un obiettivo semplice ed essenziale: ognuno deve rispondere delle proprie azioni. Si tratta di un principio elementare di qualsiasi struttura sociale, un fondamentale requisito per la convivenza.

L’iniziativa popolare a favore delle multinazionali responsabili persegue un obiettivo semplice ed essenziale: ognuno deve rispondere delle proprie azioni. Si tratta di un principio elementare di qualsiasi struttura sociale, un fondamentale requisito per la convivenza. Tuttavia, al giorno d’oggi ci sono interessi economici particolari che credono che conti solo l’equilibrio del potere fondato sul rapporto di forza. La globalizzazione ha favorito la creazione di giganti economici internazionali che non hanno più alcun legame reale con un solo Paese, non conoscono più confini. Il loro potere finanziario e la loro capacità di influenza sono spesso maggiori di quelli di molti Stati, anche importanti. I loro azionisti sono di regola anonimi e si nascondono dietro fondi di investimento speculativi il cui obiettivo è quello di massimizzare il profitto. Attive soprattutto nel campo delle materie prime, queste multinazionali operano spesso in Paesi virtualmente ricchissimi, che in realtà sono molto fragili, divorati dalla povertà, dalla corruzione e dalla violenza.

Si tratta di Stati che non hanno un potere giudiziario veramente indipendente e che quindi non sono in grado di proteggere i propri cittadini. Di fronte a tali entità nazionali, le multinazionali sono quindi molto più potenti. L’iniziativa chiede quindi di introdurre la possibilità di chiedere un risarcimento dinanzi a un tribunale svizzero in caso di violazioni dei diritti umani o di grave inosservanza delle norme ambientali riconosciute a livello internazionale, se la multinazionale in questione ha sede nel nostro Paese. “Saremo paralizzati da una valanga di cause giuridiche!”: esclamano gli oppositori dell’iniziativa. Non è vero. Non siamo nell’ambito penale ma civile. L’azione di responsabilità civile è assai complessa e, soprattutto, costosa. Spetta, infatti, alla parte lesa provare l’entità del danno subito e che lo stesso è dovuto a una mancanza di diligenza da parte della società. Una procedura non affatto facile. Ma l’esistenza stessa di una tale disposizione avrà un’importante funzione preventiva e indurrà le imprese a maggior prudenza.

Il controprogetto, invece, è di una spaventosa debolezza: esso sancisce semplicemente che le imprese indichino nei loro rapporti annuali cosa stanno facendo per essere diligenti e rispettare i diritti fondamentali della popolazione locale. Possono scrivere quello che vogliono, in quanto non è prevista alcuna forma di verifica. Questa è la soluzione che è stata scelta in passato per le banche in materia di riciclaggio di denaro sporco. I risultati sono noti: dopo innumerevoli scandali che hanno offuscato l’immagine della Svizzera, siamo stati costretti a legiferare, in ritardo e con grave danno all’immagine del nostro Paese e della sua piazza finanziaria. L’autoregolamentazione si è rivelata essere un fallimento poiché rispettata solo dagli istituti più corretti. Davvero non abbiamo imparato nulla? Ciò che è incredibile è che molte di queste grandi aziende pagano miliardi di dollari di multe agli Stati Uniti, all’Unione europea o alla Francia ma rifiutano di compensare i danni provocati alle popolazioni locali che vivono in povertà. In realtà, esse rispettano solo la legge del più forte.

Il voto del 29 novembre è quindi di fondamentale importanza, in quanto comporta una scelta di società. Attenzione, non si tratta solo di altruismo, ma anche del nostro interesse. Un mondo più giusto favorisce la pace, limita la migrazione e stimola l’economia, come ricorda bene il monito di Martin Luther King: un’ingiustizia in qualche parte del mondo è una minaccia per tutti noi.

Redazione 150
Dick Marty, già Consigliere agli Stati PLR Ticino
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