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Cimalmotto in Valle Maggia, nel Canton Ticino

ORIZZONTI apre una finestra per gli anziani

L’ATE, Associazione Terza Età, non dimentica i suoi anziani neanche in tempo di pandemia. Tutte le attività di incontro si sono purtroppo dovute sospendere, le porte dell’Ospedale e della Casa Anziani si sono chiuse alle visite, e ognuno sta cercando soluzioni creative per rimanere vicino ai propri affetti. 

Su invito del presidente ATE Giorgio Pola, la redazione di ORIZZONTI, il ben noto inserto giallo per i nostri anziani, vuol provare una via di incontro: ogni giovedì, contemporaneamente su il Grigione Italiano e su ilBernina.ch apparirà un breve racconto, pensato espressamente per gli anziani obbligati da settimane ormai ad un rigido ritiro. Saranno storie brevi, ricordi, testimonianze che aiuteranno a passare un momento di svago e a portare i pensieri sotto cieli più sereni e leggeri.

L’iniziativa durerà finché durerà l’isolamento: a turno noi della redazione ( Roberta Zanolari, Serena Bonetti, Mario Costa, Achille Pola) ci alterneremo per inventare qualcosa. Sarà benvenuto ogni spunto, chi avesse storie da proporre, o ricordi particolari potrà contattare Serena Bonetti (tel. 079 370 41 59 oppure e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Affacciatevi dunque alla nostra finestra!

Buona lettura e coraggio, passerà anche questa!

 

La preghiera più bella

Cimalmotto è l’ultimo paesino della Val di Campo, in Ticino, una derivazione finale della Valle Maggia, fatta di boschi e poche case di pietra. Ci andavo in vacanza da piccola, con mia sorella, mamma e papà. Le vacanze estive, con un papà maestro, erano per tutta la famiglia una lunga pausa, così luglio e agosto li passavamo lassù. 

Abitavamo l’ultima casa del paese, quella più in alto; sopra di noi solo prati, distese di lavazza, poi bosco. Ben visibile dalla nostra abitazione, su un primo dosso prima che il sentiero si inerpicasse davvero, c’era una croce, per me bambina, enorme: la Cros.

Ricordo che salivamo fin lì con un vecchio triciclo, ritrovato ogni estate nella vecchia casa e ogni anno sempre più piccolo per noi che si cresceva. Dalla Cros in sella al nostro veicolo ci buttavamo a rotta di collo sollevando i piedi per non incastrarli nei pedali che giravano all’impazzata. Si ruppe prima il triciclo di noi, per fortuna!

Seduti sull’erba, appena fuori casa, si dominava tutto il paese. Non solo, si vedeva benissimo anche il paese più a valle: Campo. Sinuosa come un serpente, spiccava la strada: usciva dal bosco e attraversava con curve morbide la “Piana di Campo”. Dall’alto pareva proprio una Piana, ma sapevo che così non era: si usciva dal bosco arrancando in salita, quindi una discesa ti portava a Campo, dove la strada poi tornava a salire. Mi stupiva ogni volta come dall’alto sparissero i dislivelli!

Così, quando aspettavamo qualche visita, era divertente appostarsi sul prato come piccole vedette e riconoscere la macchina attesa apparire fuori dal bosco giù nella piana di Campo.

A volte, per la nostra gioia, ci raggiungeva la nonna che poi trascorreva qualche giorno con noi. Aveva sempre qualche caramella Mou in tasca e una storia pronta da raccontare!

Un giorno che stavamo giocando con altri bambini, ma il gioco stava esaurendosi per trasformarsi in litigio, la nonna ci propose di fare una passeggiata, su verso la Cros. Accettammo in quattro: mia sorella, la sottoscritta, Luca e Michele. Avevamo tutti tra i 5 e 7 anni e con la nonna, che lo diventava per tutti, ci avviammo sul sentiero. Appena superata la Cros una cappella segnava la via. La nonna propose allora una sosta, una caramella e una preghiera. Ubbidienti e diligenti mia sorella ed io iniziammo la nostra cantilena: “Ave-Maria-piena-di-grazia-il-Signore-è-con-te-...”

Luca e Michele, due fratellini svegli, cresciuti solo col padre, abituati a gerghi maschili, a canti goliardici, molto musicali e con uno spiccato senso del ritmo, ci hanno guardato un po’ sorpresi: preghiere dovevano averne sentite poche. L’imbarazzo è durato poco. Hanno subito riconosciuto il ritmo del nostro recitare e pescando nelle loro conoscenze  si sono aggiunti alla nostra preghiera: “Mamma-mia-dammi-100-lire-che-in-America-voglio-andar-...”

Sportiva la nonna: ha raccontato spesso questa storia e col suo dolce sorriso non mancava mai di aggiungere : “di sicuro la più bella e genuina preghiera che avessi mai sentito!”

Serena Bonetti

 

Redazione 150
Animazione Terza Età
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