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La storia dei ghiacciai del Bernina in un libro

Un'opera che racchiude tutta la storia dei ghiacciai sulle pendici del Piz Bernina, dalla loro formazione ai nostri giorni. È il singolare progetto letterario della dottoressa Christine Levy, dal titolo "I ghiacciai del Bernina: dove i ghiacci toccano il cielo".

Una storia raccontata attraverso spiegazioni scientifiche, scritte però in maniera comprensibile a tutti, e immagini suggestive. Quasi tutte le fotografie sono state scattate dalla stessa autrice, geografa, glaciologa e insegnante di volo, in un arco di tempo di 15 anni: "le prime risalgono all'estate 2003, un'estate molto calda, - ricorda Levy -. La linea della neve, al di sopra della quale si trovano le zone di accumulo di un ghiacciaio, ovvero la quota oltre cui la neve stagionale non si scioglie  completamente e quindi si accumula nel corso delle stagioni, era molto alta: mi sono accorta subito che si trattava di una situazione speciale che andava approfondita e così ho cominciato a fotografare i ghiacciai del Bernina in maniera sistematica fino ad oggi, ovvero ripetutamente dalla stessa prospettiva per documentarne i cambiamenti nel corso degli anni. Solo dopo è nata l'idea di farne un libro per raccontare la storia di questi cambiamenti".

Un'opera che racconta, quindi, la storia dello scioglimento dei ghiacciai, della lenta riduzione delle loro dimensioni, dei nuovi laghi che ne derivano, del nuovo aspetto che va assumendo il paesaggio, non più bianco ma fatto di nuovi colori, di rocce, terra e detriti. 

Il libro, composto di foto e testi, si divide in 4 parti, spiega la dottoressa: la prima mostra la bellezza dei ghiacciai e del paesaggio della regione Bernina e contiene una presentazione di 15 ghiacciai della zona, con foto e dati fondamentali di ciascuno, come una vera e propria scheda biografica. La seconda parte raccoglie invece informazioni scientifiche: come si forma un ghiacciaio, come reagisce ai cambiamenti climatici ecc..

La terza parte è dedicata al significato e all'importanza dei ghiacciai per l'umanità e dunque alle conseguenze del loro scioglimento in seguito ai cambiamenti climatici, concentrandosi sull'attualità. L'ultima parte, infine, tenta di prevedere cosa riserva il futuro alla regione del Bernina: "abbiamo cercato di fare una specie di prognosi, quali ghiacciai ci saranno ancora nel 2100, anche se in dimensioni molto ridotte, dove nasceranno nuovi laghi, che aspetto avrà il paesaggio".

"Nelle preoccupanti condizioni di riscaldamento globale in cui versa la terra, le masse glaciali che sulle Alpi si ritirano con una rapidità scioccante rispecchiano in modo inequivocabile l'influsso esercitato dalla recente storia dell'umanità", si legge nell'introduzione a cura del prof. Max Maisch, del Dipartimento di geografia dell'Università di Zurigo. Tuttavia, conclude il professore, "la festosa magnificenza delle vette, dei ghiacciai, dei fiumi, dei laghi e dei boschi attorno al Piz Bernina è sempre ancora travolgente, la loro magica forza attrattiva appare immutata".

Una parte, alla fine del libro, è dedicata al Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia e alle sue enormi ed affascinanti marmitte dei giganti, frutto di un ghiacciaio ritirato: si tratta di buchi nella roccia profondi fino a 10 metri scavati nel corso dei secoli dal rotolamento delle rocce provocato dall'impetuosità delle correnti e dei vortici delle acque dei ghiacciai preistorici.

Redazione 150
Keystone-ATS
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