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Il dottor Tarcisio Menghini nella sala operatoria dell'ospedale San Sisto a Poschiavo

«La Valposchiavo ha diritto a una chirurgia»

24-03-2022

Dottor Tarcisio Menghini, nella conferenza stampa convocata il 3 marzo dai vertici del Centro sanitario Valposchiavo, è stata annunciata la riorganizzazione della chirurgia/anestesia. Da un modello di semi urgenza si è deciso di passare a uno di tipo elettivo, che concentra l’offerta in un giorno a settimana e fa decadere la reperibilità dei medici. In quella sede i dirigenti del CSVP hanno comunicato la sua decisione di rinunciare all’incarico quale medico chirurgo presso l’ospedale «in seguito al suo dissenso – cito testualmente le parole – rispetto al concetto chirurgia/anestesia basato su un giorno elettivo a settimana». È così? Ci può spiegare i motivi della sua scelta?

Innanzitutto, tengo a precisare che io non ho dato alcuna disdetta e tecnicamente sono ancora sotto contratto come da convenzione firmata dal CSVP nel 2021. Negli ultimi tempi ho chiesto a più riprese di essere coinvolto nelle decisioni riguardanti la futura gestione della chirurgia, che ritengo, come responsabile della chirurgia, essere un mio diritto. Questo non è stato minimamente il caso, tranne che per una riunione a dicembre 2021 dove tutto era già stato deciso; il mio punto di vista purtroppo non è mai stato considerato. Mi sono state proposte condizioni limitanti, in quanto avrei dovuto raggruppare le operazioni in un solo giorno a settimana, o ancora meno. Come si sa, alcuni interventi devono essere svolti a breve termine per garantire qualità ai pazienti. All’inizio di quest’anno mi è stata sottoposta la nuova convenzione riguardante la chirurgia elettiva. Malgrado secondo me non fosse una soluzione ideale, per senso di responsabilità verso la nostra gente, sarei anche stato pronto a firmare, ma una lettera accompagnatoria per me indecorosa per un ente pubblico e lesiva della mia dignità professionale e personale, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Purtroppo, in queste condizioni non avrei più potuto continuare il mio lavoro di chirurgo con serenità, come è stato invece il caso negli anni addietro.

Sempre nel corso della conferenza stampa è stato spiegato che dietro la decisione di riorganizzare la chirurgia/anestesia non hanno pesato aspetti finanziari, ma unicamente difficoltà legate al reperimento di personale specializzato, in particolare di anestesisti disposti a garantire la reperibilità. Dal suo punto di vista, è stato fatto tutto il possibile per ovviare a questa carenza o si poteva fare di più?

Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, internamente mi è stato più volte detto che la chirurgia era deficitaria. Sembra però che non ci siano problemi finanziari (in definitiva confermato anche dalle cifre del CSVP pubblicate gli anni scorsi) e che la situazione attuale non sia scaturita da tali problemi. 

Per quanto concerne gli anestesisti si è saputo in agosto del 2021 che l’attuale anestesista avrebbe smesso a fine anno. Soltanto a inizio novembre 2021 mi è stato comunicato che avrei dovuto cercare io un anestesista e quindi mi sono chinato sul problema e in novembre/dicembre 2021 mi sono impegnato nella ricerca. Cercando a fondo, ho infine trovato due anestesisti che sarebbero stati disposti a venire a Poschiavo e a garantire il servizio di anestesia una settimana ciascuno. Quindi sarebbe stato ancora possibile continuare con il sistema precedente in semi urgenza. Siccome la decisione di passare a un sistema elettivo era però già stata presa e qualsiasi mia obiezione in merito veniva ignorata, ho dovuto abbandonare tale progetto e ho cercato un anestesista per il modello elettivo. Anche per questo sistema ho trovato un’anestesista disposta a venire a Poschiavo per almeno un giorno alla settimana, eventualmente se possibile anche per due giorni a settimana. Constato con rammarico che in novembre 2021 i responsabili del CSVP non hanno voluto impegnarsi direttamente nella ricerca di un anestesista e mi hanno delegato il compito, e soltanto adesso che il declassamento del servizio chirurgico è definitivo, la ricerca di un chirurgo ed un anestesista sembra interessare i responsabili del CSVP. 

Che cosa significa concretamente per i residenti in Valposchiavo il passaggio da una chirurgia di semi urgenza a una di tipo elettivo? Ci può fare un esempio pratico?

Ovviamente per dare un servizio di chirurgia di qualità e adeguato, il sistema che avevamo nel 2021 era, secondo me, un buon sistema che mi permetteva di far fronte alla maggioranza delle patologie chirurgiche praticabili nel nostro nosocomio e di garantire e aggiornare le mie qualifiche professionali per rimanere accreditato quale medico FMH con specializzazione in chirurgia. Con il sistema di semi urgenza si intende in definitiva una chirurgia di giornata. Per esempio l’amputazione traumatica distale di un dito richiede una revisione di ferita in giornata. Una ferita lacerocontusa con una lesione del tendine a livello della mano richiede spesso anche la revisione e la sutura in giornata. Un ascesso perianale può essere molto doloroso e deve essere operato in giornata. È chiaro che alcuni di questi interventi si possono fare anche in pronto soccorso, ma ovviamente la qualità della sala operatoria non è garantita. Inoltre il supporto degli anestesisti non è soltanto utile in sala operatoria ma anche per certe patologie in pronto soccorso, garantendone la giusta qualità. Questi sono esempi di interventi che non si possono spostare di diversi giorni come sarebbe il caso di una chirurgia elettiva. Ne va di dare alla nostra gente e ai turisti un servizio di buona qualità in valle, come è stato il caso negli ultimi 20 anni, ed evitare loro i sempre più frequenti viaggi oltre Bernina.

I numeri della chirurgia giustificano in qualche modo la scelta operata dal CSVP? 

Secondo me la chirurgia nel nostro nosocomio ha ragion di essere. Mi è stato detto a più riprese che la chirurgia si stava gradatamente riducendo e che quindi diventava sempre più difficile da mantenere. Se guardiamo le cifre degli ultimi anni non sembra che vada in questo modo. Negli ultimi 10 anni ho svolto circa 80-90 interventi all’anno più gli interventi ginecologici e ostetrici (p.es. tagli cesarei). Nel 2021 ho eseguito 123 interventi (senza interventi di ostetricia, essendo già stata chiusa l’anno prima), di cui 21 interventi cosiddetti semi urgenti, cioè in giornata. In gennaio e febbraio 2022 ho effettuato 23 interventi, quindi in due mesi. La maggioranza di questi pazienti avrebbero dovuto varcare il passo del Bernina per le loro cure invece di poter rimanere a Poschiavo. Contrariamente a quanto asserito durante la conferenza stampa, da chi ha cercato di giustificare questa scelta strategica del declassamento della chirurgia, ritengo sbagliato banalizzare la problematica della durata e delle criticità viarie e meteorologiche legate al viaggio fino all’ospedale di Samedan.  Per i pazienti che non stanno bene, la trasferta in Engadina certamente non è una passeggiata. 

Che cosa ha pesato maggiormente sulla sua decisione di rinunciare all’incarico di chirurgo del CSVP? Sono intervenute anche motivazioni personali o di rapporto con i dirigenti del CSVP?

Ci sono stati purtroppo diversi punti che in questi ultimi tempi mi sono pesati, ma specialmente, come responsabile della chirurgia, il non essere stato minimamente coinvolto nelle decisioni riguardanti la chirurgia, o solo quando la decisione era già stata presa, malgrado l’avessi richiesto a più riprese.

Per fare un ulteriore esempio che mi ha sconvolto, oltre a tanti altri disguidi, è il fatto che nel reparto di sala operatoria, più precisamente nella sala pausa e di dettatura dei rapporti operatori, è stata installata una postazione informatica. Io non sono stato né interpellato né informato di questa nuova situazione. Il reparto operatorio è ovviamente considerato di massima igiene e si entra unicamente con il vestiario adeguato. Per me è stato un affronto e una mancanza di rispetto verso di me, come pure nei confronti dei miei pazienti e del personale di sala.

Che cosa farà adesso?

I miei programmi sono ovviamente cambiati. Al momento continuo il lavoro nel mio studio medico e mi dedico ai miei pazienti. Nei prossimi mesi cercherò in serenità di prendere le mie decisioni riguardo al futuro.

In tutti questi anni, come chirurgo, ho dedicato la mia carriera e il mio impegno ai miei pazienti, all’Ospedale San Sisto e alla Valposchiavo e mi amareggia molto vedere ridurre notevolmente i servizi in poco tempo e sulla base di argomentazioni anche contradittorie.  

Vuole dire qualcosa ai valposchiavini? Che cosa risponde alle loro preoccupazioni sul futuro della sanità locale?

La mia preoccupazione principale è che questi cambiamenti avranno ripercussioni negative sul servizio e la qualità della sanità in valle, costringendo inoltre pazienti e famiglie valligiane, come pure parenti o accompagnatori, a dover affrontare il passo del Bernina per la maggior parte delle patologie. Questo fattore, a mio giudizio, contribuisce all’ulteriore spopolamento della valle e potrebbe influire nella scelta di venire a vivere in Valposchiavo. Infatti, queste prospettive e la mia grande passione per la chirurgia, mi hanno motivato negli ultimi 20 anni di carriera a lottare per mantenere vivi i servizi in valle. 

 

LETTERA APERTA

Chirurgia ospedale San Sisto «quo vadis»

Cari Valposchiavini, per me è stato un brutto colpo e non ho potuto firmare la nuova convenzione perché con la situazione che si è venuta a creare non avrei potuto continuare la chirurgia con la serenità necessaria. Ho sempre tenuto molto alla chirurgia e alla valle e ci tengo tuttora. In questi 20 anni ho sempre cercato di fare del mio meglio e di dedicarmi al massimo per i miei pazienti. Per quasi 20 anni ho fatto, oltre al picchetto di medicina generale come i miei colleghi, in più il picchetto per la chirurgia e l’ostetricia e questo più o meno per 320 giorni all’anno. Per quanto riguarda la chirurgia/ostetricia ho dovuto prendere spesso decisioni da solo portando grosse responsabilità, ma l’ho fatto con piacere. Sono stato ovviamente ripagato da enormi soddisfazioni, come vedere il neonato o la neonata che piange spaventato/a di essere venuto/a al mondo, vedere la mamma stremata ma felicissima del suo enorme sforzo, del papà bianco in viso ma molto orgoglioso. Inoltre, ho avuto tante soddisfazioni vedendo il paziente operato guarito e contento. 

Io mi sono preparato per Poschiavo, lavorando per 14 anni nei diversi ospedali. All’inizio ho svolto la formazione di medico generico per 4 anni ricevendo l’FMH come specialista di medicina generale. In seguito per 9 anni ho continuato con la formazione di chirurgia conseguendo l’FMH come specialista di chirurgia e in conclusione ho eseguito un anno di ginecologia/ostetricia con approfondimento nei tagli cesarei. Con tanta gioia ho iniziato il 1° agosto 2001 all’OSS di Poschiavo.

Come chirurgo ringrazio di vero cuore tutti i pazienti che in questi 20 anni si sono affidati a me per gli interventi. Ringrazio tutte le mamme che ho avuto la fortuna di far nascere i loro figli sia in maniera spontanea che tramite taglio cesareo. È stato per me un vero piacere e un onore.

GRAZIE

Dr. Tarcisio Menghini

Grigione Michela Nava
Michela Nava
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