Funivie: estate difficile, ma non nei Grigioni
Il mese di settembre ha portato molti svizzeri e stranieri sulle montagne, ma ciò non ha permesso agli impianti di risalita elvetici di salvare una stagione estiva compromessa dalla meteo sfavorevole sino a fine luglio. Ticino e Grigioni sono peraltro in contro tendenza rispetto al quadro sfavorevole nazionale.
Stando ai dati diffusi oggi dall'associazione di categoria Funivie svizzere nel periodo maggio-settembre i visitatori (si parla di primi passaggi) sono crollati del 27% rispetto allo stesso periodo del 2019 pre-pandemico. A livello di fatturato l'arretramento è ancora maggiore, pari al 30%.
Particolarmente sotto pressione sono risultate le strutture nella Svizzera centrale (-45% le entrate, -62% i ricavi) e l'Oberland bernese (-52% e -27%), toccate dall'assenza dei turisti provenienti dai paesi più lontani. Il Vallese (-5% e -10%) ha in qualche modo limitato i danni.
Il discorso cambia però radicalmente se si considerano gli impianti del Ticino (+21% e +22%) nonché dei Grigioni (+24% e +18%), cantoni che come noto hanno beneficiato - anche a livello di pernottamenti - del ritrovato amore mostrato dagli svizzeri per le vacanze in patria in tempi di pandemia.
Il quadro complessivo rimane tuttavia sfavorevole e il settore lancia una richiesta di aiuto. "Nonostante l'allentamento delle restrizioni di viaggio e delle misure di protezione sulle funivie i numeri restano chiaramente inferiori a quanto desiderato", si legge nel comunicato dell'organismo con sede a Berna. Attualmente la redditività degli impianti non è data. Essi svolgono comunque una funzione di servizio pubblico: se infatti la loro attività fosse sospesa le regioni di montagna vedrebbero il collasso di tutte le attività turistiche, con danni economici ancora maggiori, argomenta l'associazione. "Per questa ragione è necessario il sostegno da parte degli enti pubblici, al fine di evitare danni di rilevanza sistemica per tutto il settore turistico".