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Gita sulla cima del Cantun in Bregaglia

Doveva essere una gita sull’ Ortler, che per complicazioni nella capanna italiana dovute al Covid è stata spostata – per così dire – in casa nostra, nella regione dell’Albigna. Sabato 11 luglio in mattinata alla partenza da Poschiavo pioveva, e saliti con la funicolare alla diga dell’Albigna il tempo non prometteva niente di buono. Abbiamo quindi dato inizio alla gita con un piatto di tagliatelle alle castagne presso la Capanna da l’Albigna, aspettando che il tempo migliorasse e conversando con la simpatica gerente Annamaria Crameri (poschiavina da parte del padre Giovanni, catechista a Coira, fratello di Livio e Franco).

Verso le 3 del pomeriggio è cessato di povere e ci siamo avviati di buon passo verso il Piz Casnil. E’ stata una bella salita di poche ore in un paesaggio fantastico, con il ghiacciaio e la parete nord della maestosa Cima dal Cantun davanti a noi. Più in alto la vista sul gruppo Sciora e quello della Bondasca con il tristemente famoso Cengalo e il Badile era da mozzafiato. La discesa è stata veloce, anche perché i più abili scivolavano sui pendii innevati come se avessero gli sci. Si sono fermati solo per ammirare alcuni stambecchi che brucavano tranquilli la prima erba, a anche per noi ci aspettava la cena.

Proprio sulla Cima dal Cantun (3354 m) ci siamo andati il giorno dopo partendo alle prime luci, aggirando la montagna, che si allarga fino alla Punta da l’Albigna, passando a lato del lago artificiale, salendo un pendìo alquanto ripido e attraversando in cordata un ghiacciaio largo quanto lungo, con i ramponi che tenevano bene nella neve ancora ben gelata. Arrivati sulla sella siamo stati baciati da un sole bel caldo e da una vista meravigliosa. Mancava solo lo spigolo e la cresta di un centinaio di metri, in due punti abbastanza impegnativa e soprattutto molto esposta. Ce l’abbiamo fatta tutti senza tensioni e senza molti problemi, grazie alla proverbiale calma e professionalità dell’ottima guida Moreno Demonti e dei bravi monitori Simone Beti e Marco Heis. Eravamo in un bel gruppo di dieci su tre cordate, quattro donne giovani ben allenate e alcuni giovani con grande esperienza in montagna, oltre ad alcuni “over 60” come il sottoscritto. La vista dalla cima dal Cantun era spettacolare: sotto l’esteso Vadret del Forno, davanti la parete nord della Cima di Rosso e dietro il Disgrazia, e si vedevano persino le catene vallesane, ben visibile lo Strahlhorn e il Cervino.

Ringrazio di cuore la guida Demonti e l’organizzatore Simone Beti, oltre a tutti gli altri per le due belle giornate e le partite (sempre perse) a Uno… (foto da destra a sinistra: Simone, Veronica, Francesca, Valentina, Susanna, Marco, il bravo Elia che è sulle orme del famoso zio Pala, Gilbert, Andrea. Sulla seconda foto la cordata in versione Corona di Simone, Elia e Valentina.

Andrea Lanfranchi

foto2 cordata cima del canton 7d5db

Redazione 150
Comunicato stampa
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