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“Meno posti letto, più sicurezza”

Meno posti letto, più sicurezza. Ecco la formula utilizzata dai gestori della Capanna Albigna, situata a 2336 metri di quota nel territorio del Comune di Bregaglia, riaperta nelle scorse settimane, proprio come quelle del Forno e Sasc Furä. Al bancone c’è un pannello in plexiglass, nelle sale si rispettano le distanze e per dormire nelle stanze, che prendono i nomi dalle cime e dai passi della zona, è necessario prenotare e portare con sé il sacco a pelo e la federa.   

«Normalmente abbiamo 86 letti, quest’anno invece sono solo 50 – spiega la gerente Annamaria Crameri, originaria della Valposchiavo -. In questo modo la nostra clientela ha più spazio. Usiamo il disinfettante in tutte le aree e nelle camere abbiamo posizionato delle piccole pareti, in modo da creare dei compartimenti dove le persone possono dormire». Alcuni gruppi nelle scorse settimane hanno annullato o rimandato il soggiorno, ma le previsioni per la stagione estiva sono incoraggianti.   Sono attese comitive che scaleranno le pareti e cammineranno sui sentieri della zona. «Ad esempio la Fiamma, la via più famosa, e le tantissime altre vie.  Il mese di giugno è stato un po’ calmo, ma in luglio avremo quasi sempre la capanna piena e anche per agosto ci sono tante prenotazioni».    

Alla capanna Albigna, che può essere raggiunta anche utilizzando la funivia dell’ewz fino alla diga, nei prossimi mesi sono previsti alcuni eventi. «In agosto faremo l’Albigna Boulder, forse quest’anno coinvolgeremo solo cinquanta persone. Poi all’inizio di ottobre per il Festival della castagna prepareremo un pranzo speciale, utilizzando anche delle erbe della valle. Inoltre in quell’occasione il geologo cantonale Martin Keiser parlerà della geologia della valle».  

Annamaria Crameri è fiduciosa, anche se per il team che gestisce la capanna – di proprietà della sezione CAS Hoher Rohn - sarà un’estate particolare. «Quest’anno siamo solo in cinque, quindi il servizio sul terrazzo è sospeso. L’accoglienza dei clienti è un po’ diversa, ad esempio non si dà la mano quando arrivano le persone. Questo è un aspetto molto importante per la cultura della montagna, però quest’anno dobbiamo mantenere le distanze. Ma alla fine le cime dell'Albigna, con la loro bellezza, sono sempre le stesse, noi cuciniamo e serviamo con lo spirito di sempre. I cambiamenti sono soltanto organizzativi».

Grigione Stefano Barbusca
Stefano Barbusca
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