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L'italiano è una delle tre lingue ufficiali del Cantone Grigioni

L’irriverenza nei confronti dell'italofonia

Il Governo grigione risponde solo in parte al granconsigliere Samuele Censi che chiedeva la traduzione in italiano del sito web di Grigioni Vacanze. L’organizzazione mantello del turismo retico aveva considerato una tale traduzione “troppo costosa e insensata”. L’ennesimo sgarbo a una delle lingue ufficiali cantonali che indebolisce al contempo l’immagine del Grigioni nel panorama turistico sudalpino.

Secondo il governo grigione è una questione di limitate risorse finanziarie e, giocoforza, di priorità. E se fosse, invece, una questione di rispetto, di considerazione, nonché di scelte strategiche di fondo?

Il responso negativo dato la settimana scorsa da Grigioni Vacanze – o Graubünden Ferien, tuttora ancora la sola appellazione ufficiale dell’organizzazione mantello del turismo retico – alla proposta di tradurre pure in italiano il suo sito web, aveva fatto storcere il naso a non pochi cittadini al sud delle Alpi. Una richiesta espressa da numerosi svizzeroitaliani intenzionati a trascorrere qualche giorno delle loro vacanze estive in Grigioni, ma impossibilitati a trovare informazioni in merito nella loro lingua sul sito ufficiale. La risposta, laconica, è stata giudicata da più parti vergognosa e soprattutto indegna di una realtà grigione che ha il trilinguismo nel suo DNA.

Com’è possibile, vien da chiedersi, che un’organizzazione quale Grigioni Vacanze che, dato il contesto difficile del post-confinamento dovrebbe sostenere con ancor più convinzione l’insieme del settore turistico in vista dell’estate 2020, risponda in questi termini? 

La politica scende in campo

Il responso dell’organizzazione turistica cantonale non ha lasciato indifferente la politica, come testimonia la domanda rivolta al Consiglio di Stato retico dal granconsigliere, nonché vicepresidente dell’Ente turistico regionale del Moesano, Samuele Censi, nel corso della prima seduta del Legislativo retico post lock-down. 

Governo grigione che, sottolineando come la richiesta non sia nuova, ha messo in evidenza come una traduzione in italiano e francese – già al vaglio in tempi non sospetti – non sia realizzabile con i mezzi finanziari al momento a disposizione di Grigioni Vacanze.

La costatazione amareggia non poco. Il dibattito attorno alla messa a disposizione d’informazioni turistiche in lingua italiana, nonché di una comunicazione ad extra anche in italiano da parte di Grigioni Vacanze, rappresenta a chiare lettere l’ennesimo sgarbo all’italianità grigione ed elvetica. Sì, perché una tale scelta da parte dell’organizzazione mantello può essere considerata al limite della violazione dei diritti (legittimi) di una parte costituente del Cantone. Ma non solo. 

Infatti, non si tratta soltanto di un nuovo tassello del variopinto puzzle di mancate prese in considerazione e d’attenzione (anche minima) dovuta all’italianità. La posizione di Grigioni Vacanze – e di conseguenza del Governo retico – appare ancor più incomprensibile, e strategicamente poco lungimirante, nell’ottica degli sforzi che ogni ente cantonale del turismo sta intraprendendo in questa fase di rilancio del proprio settore turistico, dopo il confinamento da Covid-19, al fine di (ri)posizionarsi sul mercato turistico elvetico. 

Si tratti di un elemento che non va certo sottovalutato. Il settore turistico è infatti essenziale per l’economia retica, in quanto rappresenta, da solo, quasi il terzo del prodotto interno lordo cantonale. E ciò non vale solo per i grandi centri, ma per l’intero territorio grigione! 

Altri cantoni plurilingui molto più sensibili

In un’ottica comparativa, il Grigioni è l’unico cantone plurilingue svizzero a non avere un sito web nelle proprie lingue ufficiali. Il sito bernese “maideinbern.com” e quello friburghese “fribourgtoursime.ch” sono infatti offerti nelle due lingue cantonali, oltre che in inglese. 

Se poi il confronto si vuole fare con “valais.ch” – sito che promuove il Vallese, altro grande cantone svizzero a vocazione turistica, direttamente in concorrenza con il Grigioni – il paragone diventa quasi imbarazzante. Senza essere una lingua cantonale ufficiale, il sito è infatti completamente disponibile pure in italiano, oltre alle versioni in tedesco, francese e inglese. Decisamente un altro approccio con l’italofonia, dettato certamente dalla vicinanza geografica con l’Italia.

Questi cantoni mettono forse maggiori risorse a disposizione del turismo? O le priorità delle rispettive organizzazioni mantello sono poste altrove? Le domande non mancano. Rimane il fatto che quest’ultimi rappresentano degli ottimi esempi di promozione turistica plurilingue, al quale Grigioni Vacanze dovrebbe trarre per davvero ispirazione.

A cosa serve, infatti, puntare turisticamente sulla “varietà” e sul “grande tesoro linguistico” che offre il Canton Grigioni, come ha ricordato il Consigliere di Stato Marcus Caduff, capo del Dipartimento di economia pubblica e socialità, e presentare pure le bellezze del Grigionitaliano, se i potenziali futuri ospiti non padroneggiano né il tedesco, né l’inglese? E fra i turisti elvetici, che il milione di franchi concesso dal Cantone dovrebbe contribuire ad attrare quest’estate in Grigioni, non vi si annoverano gli svizzeroitaliani?   

Ospiti italofoni, quantité négligeable?

Come se non fossero bastate le tensioni sorte nel Moesano durante la crisi da Covid-19, e le richieste di un adattamento delle misure a quanto deciso dal limitrofo Canton Ticino, questa vicenda sembra dimostrare quanto il tanto conclamato trilinguismo grigione sia ben lungi dall’essere una realtà quotidiana, ovvia e affermata, nei vari livelli della realtà socioeconomica retica.

Le prossime settimane ci diranno, se l’insoddisfazione espressa a caldo da Samuele Censi nei confronti della risposta del Governo grigione, porterà il granconsigliere mesolcinese a rilanciare la sua richiesta in altro modo. Nel frattempo, rimane l’impressione che il dibattito attorno alle lingue impiegate nella comunicazione turistica cantonale sia assai rivelatore di quanto all’italiano sia tuttora data ancora troppa poca considerazione in Grigioni.

Che sia nuova acqua al mulino di coloro che chiedono un’approfondita riflessione sui rapporti (e l’appartenenza stessa?) del Moesano con le autorità grigioni? Come l’ha pure affermato il presidente del Gran Consiglio retico, Alessandro della Vedova, nel suo discorso d’apertura della sessione di giugno, di questi tempi appare ancor più evidente come l’italiano debba essere meglio preso in considerazione da parte della politica e dell’economia retiche. 

È una questione di scelte e di visioni. È una questione di rispetto e di riguardo. Per superare definitivamente quella sensazione diffusa – e che a intervalli regolari si tramuta in realtà tangibile – che la lingua (e la cultura) italiana nel Grigioni sia ancora troppo spesso considerata come una “quantité négligéable”. Una componente costituente del Cantone, certo, ma che non necessita obbligatoriamente di essere trattata alla stessa stregua della lingua maggioritaria, come questa vicenda concernente Grigioni Vacanze ben lo dimostra.

Davide Pesenti

 

Redazione 150
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